Perchè gli attacchi? Vantaggi pedagogici delle redini lunghe

Mi capita spesso di mettermi a parlare con persone dell'ambiente equestre, che mi conoscono da tempo come amazzone e istruttrice e che mi chiedono perchè io mi sia dedicata a questa disciplina. A parte quelle che sono le motivazioni strettamente personali, ce ne sono alcune di carattere prettamente pedagogico: da sempre infatti sono alla ricerca del modo migliore per avvicinare le persone al mondo equestre e da molto tempo mi sono resa conto che non vi è un modo univoco per tutti. Per qualcuno l'ideale è il salto ostacoli, per altri il lavoro in Horsemanship, per altri ancora il volteggio. 
Da quando ho iniziato il mio viaggio nel mondo delle carrozze, alcune riflessioni mi sono venute spontanee e ho potuto scoprire il grande valore di questa disciplina sia per l'ingresso nel mondo equestre da parte di adulti e ragazzi, sia per il recupero della fiducia in persone che hanno avuto qualche esperienza traumatica in sella.
 
Innanzi tutto contrariamente a quanto si pensa, non si tratta di uno sport per anziani, nè di uno sport per ricchi. Scuole di equitazione come quella in cui mi trovo a operare in provincia di Brescia, dispongono di tutti i materiali per affrontare tutto il percorso di formazione negli attacchi, utilizzando cavalli e pony della scuola con carrozze messe a disposizione dall'associazione. 
 
Vediamo dunque quelli che sono per me i vantaggi indiscussi degli attacchi rispetto alle altre discipline equestri.
 
Innanzi tutto il fatto che l'allievo non è sulla sella, quindi non ha motivo di temere eventuali rallegrate del cavallo. Questo del controllo della paura, è uno dei punti cruciali dell'equitazione e costituisce la quasi totalità delle ragioni dell'allontanamento delle persone dai cavalli: dopo la prima caduta, più della metà degli allievi rinunciano alla loro vita equestre. La carrozza, che comunque ad un livello più avanzato comporta dei rischi, quando si inizia è il mezzo più sicuro in assoluto non solo perchè appunto l'allievo non è sul cavallo, ma anche perchè insieme a lui, sulla carrozza, c'è sempre l'istruttore. Questa situazione rassicura l'allievo sia psicologicamente, sia materialmente in quanto l'istruttore, ha lui stesso delle redini in mano per intervenire in caso di necessità, esattamente come la macchina della scuola guida con i doppi comandi.
 
Ma i vantaggi non finiscono qui. Le carrozze infatti possono aiutare molto anche allievi che già praticano l'equitazione ma che magari, hanno difficoltà  a controllare la loro emotività nelle competizioni. In carrozza infatti, si è sempre in due: l'istruttore che è alle spalle, se sa ben fare il proprio lavoro, offre un sostegno psicologico molto grande eliminando quell'impasse che generalmente si ha praticando altre discipline equestri. Normalmente infatti siamo abituati ad essere istruiti appunto in ogni momento e poi, ci ritroviamo in gara pieni d'ansia e ... soli, con l'istruttore che ci guarda sconsolato da bordo campo mentre non ricordiamo un solo salto del percorso. Ciò non significa che nell'ambito degli attacchi l'istruttore sia un suggeritore di percorso: è molto di più, è un mental coach che non ci abbandona nel momento del bisogno e che, con la sua sola presenza, riporta qualcosa del quotidiano nell'eccezionalità della gara.